lunedì 20 settembre 2010

C'era una volta un Principe: la favola al contrario del Milito ignoto

Questa è una parabola mal sintonizzata. Una favola in testacoda. C'era una volta un Principe, comincia così. Un Principe che in una stagione di Inter diventa Re. Semplicemente fa 30 gol in 52 partite, il vice-capocannoniere del campionato, segna nella partita-scudetto, nella finale di Coppa Italia, e fa una doppietta nella finale di Champions League. Una cosa molto vicina alla perfezione, insomma. Re Diego Milito.

Parte per il Mondiale con la corona sotto al braccio e una candidatura agli Oscar dei calciatori, il Pallone d'Oro. Figurarsi, è già suo, basta che imponga il tocco in una stagione così. E invece Diego abbatte Diego: Diego Armando Maradona decide che il centravanti dell'Argentina più forte degli ultimi 20 anni sarà Higuain, e lui, Re Milito, finisce in panca. L'Argentina è eliminata, e in arrampicata al Pallone d'Oro ci va il suo compagno Snejder, in finale con l'Olanda. Milito se ne torna nel suo regno, a Milano. Lui, o forse il suo avatar sfigato. Perché il Re in un attimo diventa il piccolo Principe. Cioè una punta spuntata: sei partite senza gol, 500 minuti di abulia, quattro sostituzioni. Anzi di più: in questo buco nero riesce ad infilarci l'imponderabile. Sbaglia un rigore nella finale di Supercoppa europea, e in Champions segna, ma nella sua porta. Siamo alla candid camera: l'autogol in favore di telecamere nemmeno tanto nascoste. "E' un periodo così - dice a testa bassa - va tutto male. Sono molto 'amarejato'... Forse pesa sulla mia condizione la trasferta negli Usa a inizio agosto: parecchi giorni lontani dall'Italia, molte amichevoli e pochi allenamenti veri. Sono un po' in ritardo di condizione, ma migliorerò. Mi servirebbe un gol, solo uno. Non dico che mi sbloccherebbe del tutto, ma sarebbe fondamentale per riprendere fiducia". E invece no. Ieri a Palermo ha tirato in porta come Eto'o, solo che il camerunense ne ha messi dentro due. Lui? A secco. Benitez l'ha tolto e persino il Principe timido ha sbottato: "Ma esco sempre io? Dobbiamo parlare". E di cosa? Magari di dove hanno nascosto il vero Diego Milito. In quale anfratto del Sudafrica lo tengono segregato. All'Inter cominciano a preoccuparsi sul serio, questo Milito qui proprio non lo riconoscono. Eccola la parabola, basta unire i puntini: da Principe a Re, a Piccolo Principe, a Milito Ignoto.

Pic - http://www.dire.it/HOME/cera_una.php?c=33986&m=3&l=it

lunedì 13 settembre 2010

Felisità

Giaccherini si invola
mentre Ibra riposa:
insacca e se ne va…

Tutto sommato, la felisità
è una piccola cosa.


Liberamente ispirato da “Felicità” di Trilussa e “Cesena vs Milan 2-0” dell’11 Sett 2010