martedì 19 maggio 2009

Lo Scudetto da divano

Volevo ringraziare la lega calcio per il decennale lavoro di sterilizzazione di questo sport. Sono passati 16 anni dal giorno del primo posticipo su Telepiù, ma quest’anno il Pres. Matarrese è riuscito in un’impresa che ai suoi predecessori era sempre sfuggita: lo scudetto da divano.

Infatti grazie al colpo di genio di qualche giovane dirigente rampante (Galliani in realtà ha 28 anni portati malissimo), noi interisti ci siamo ritrovati a celebrare lo scudetto davanti a una partita del Milan. Paradosso e caso (per ora) unico della storia del calcio.

Vero, se il Milan avesse battuto l’Udinese il rituale sarebbe stato lo stesso: tutti a San Siro a spingere i nostri 11 eroi per gli ultimi 90 minuti. Ma dite la verità: se la situazione fosse stata capovolta, voi che avreste fatto? Io avrei preferito perdere 5 a 0 in casa con la Sambnedettese pur di rovinare un po’ la festa del Milan. Non escludo che l’abbiano fatto anche loro.

Vediamo nel dettaglio le categorie impattate i principali effetti registrati:

Tifosi di terza categoria:
seguono l’Inter come si segue la Nazionale, solo nelle grandi occasioni. Avrebbero festeggiato con gli amici, una pizza e una birra davanti alla tv ma hanno dovuto anticipare la festa e sostituire un match scudetto con "Angeli & Demoni".
Effetto: calo delle vendite per le pizzerie.

Tifosi di seconda categoria:
seguono l’Inter da quando avevano 8 anni e recitano a memoria la formazione dell’Inter di Trapattoni (1). Avrebbero festeggiato con gli amici, una pizza e una birra davanti alla tv ma si sono ritrovati con un occhio a gufare il Milan e con l’altro a guardare i gol di Ibrahimovic su youtube in un clima surreale.
Effetto: aumento dello strabismo.

Tifosi di prima categoria: seguono l’Inter da quando avevano 8 anni, recitano a memoria la formazione dell’Inter di Trapattoni (1) e erano abbonati alla Nord anche quando a centrocampo avevamo le SS (2). Avevano dormito fuori le biglietterie pur di essere a San Siro il giorno dello scudetto, ma si sono visti tramutare il prezioso biglietto in carta straccia.
Effetto: crisi economica.

Calciatori dell’Inter: dopo aver sudato sul campo per 35 domeniche hanno festeggiato la vittoria dello Scudetto sul divano della Pinetina come se avessero vinto un torneo di Playstation. Inoltre dopo aver calpestato l’erba del Santiago Bernabeu, di Highbury e di San Siro, per non deludere i tifosi che li avevano raggiunti in ritiro, si sono ritrovati a correre e esultare nientedimeno che nel prato di Appiano Gentile (provincia di Bergamo) come se avessero appena vinto il Girone C del campionato Interregionale.
Effetto: dilettanti alla Playstation.

Con un po’ di nostalgia, da PKSport è tutto, a te la linea Ameri.


(1) ZengaBergomiBrehemeBertiFerriMandorliniBianchiMatteoliDiazMatthausSerena
(2) Seno+Shalimov

mercoledì 13 maggio 2009

La nona medaglia d’oro di Phelps (o Piccola lezione di giornalismo)

Una "breve" da La Repubblica:

Altri guai per Michael Phelps, dopo il caso della cannabis e alla vigilia del ritorno in piscina. Una ballerina lo accusa di aver fatto sesso con lei e una sua amica: "Per 180 minuti, che maratoneta".
In alto: la ballerina che accusa Phelps

Guai? Accusa?
Quest'uomo, oltre ad essere probabilmente il più forte nuotatore di tutti i tempi, è anche in grado di ciularsi due ballerine in contemporanea per 180 minuti... un'andata e ritorno di Champions (mo' ce vo') a letto.... e beccarsi i complimenti ("maratoneta")!
GUAI? ACCUSA?

Ma chi l'ha scritta quella "breve"?

Maestro, insegnaci....

Picci 13-05-09



Addio Adriano: l’Imperatore torna in favela

In Brasile dicono "Deus nao deu asa ao cobra", "Dio non ha dato le ali al cobra". Adriano resta in Brasile, senza ali, avvelenato dal morso della saudade e non solo. In ciabatte per ora, mentre il suo procuratore Gilmar Rinaldi tornava a Milano per stracciare il contratto con l'Inter.

E' finita, davvero. Ha vinto lo stress, la favela, mamma Rosilda, le feste, qualche birretta in piu', e fa niente se al tavolino stai con i narcos. Ha vinto l'animo carioca che proprio nonc'entra niente con la Milano che "lavura" e basta. Per quella servono i paulisti, brasiliani robot come Kaka'.

Romario, Edmundo, lo stesso Ronaldo, tutti figli della stessa citta': Rio deJaneiro. Lavoro, si', ma mai come priorita'. E piu' sono poveri e piu' morbosamente s'attaccano alla loro citta'. La piu' bella del mondo senza cliche'. Perche' almeno li' hanno il sole, il mare, le feste di strada e la birra a 1 real (0,33 cent di euro). Anche se Vila Cruzeiro e' una bidonville. Se vivessero in un'altra citta', poveri come sono, dovrebbero solo lavorare. Niente scampo, niente svaghi.

Li', nel suo ghetto, c'e' un bar che si chiama "O Cantinho do Adriano", l'angoletto di Adriano, con tanto di murales celebrativo: "Dalla favela al mondo". Andata e, stavolta, ritorno.

Picci & Kappa
24-04-09

sabato 9 maggio 2009

Napoli vs Sporting Lisbona

Sembrava solo una solare giornata di inizio autunno del 1989. Io avevo appena tolto il grembiule ed ero seduto a tavola con papà, mamma, Saverio, nonna e zio Salvatore. Non ricordo esattamente cosa ci fosse nel piatto quando mio zio mi disse: “Antò, vuò venì o’stadio oggi?”

Nel 1989 avevo 10 anni ed ero all’apice della mia carriera di PEC (1). Il calcio rappresentava una delle massime priorità della vita e sarebbero passati ancora alcuni anni prima che la gnocca avesse compiuto lo storico sorpasso.

Appuntamento impedibile per i PEC erano i magici mercoledì di coppa: maratone televisive in cui potevi assistere a partite con squadre dai nomi esotici e scoprire nuovi talenti del calcio mondiale. Di solito si iniziava dopo pranzo con un Vitosha Sofia vs Milan, per poi passare il pomeriggio facendo i compiti davanti a Roma vs Partizan Belgrado, fare merenda con pane, pomodoro e Malmoe vs Inter, cenare davanti alla diretta di Juventus vs Athletic Bilbao e crollare esausti durante la differita di IFK Norrkoping vs Sampdoria.

Tuttavia, nonostante il mio tesserino di PEC, ancora non ero mai stato allo stadio e il San Paolo rappresentava per me una sorta di monumento sulla strada verso l’Edenlandia (2). Ogni volta che ci passavamo con la macchina e mia madre me lo indicava, io poggiavo le mani sul vetro del finestrino e sognavo sforbiciate e contropiedi in quel tempio vuoto ma, non so perché, non pensavo mai che un giorno ci sarei potuto entrare per davvero.

Quel giorno fu mercoledì 27 Settembre 1989. Il Napoli affrontava lo Sporting di Lisbona per la Coppa UEFA. Ricordo che la prima cosa che mi colpì fu il verde brillante del prato, e poi lo spettacolo. Il calcio è l’unico spettacolo in cui lo spettatore esce di casa senza sapere se assisterà a un dramma o a una commedia e il dubbio può durare fino all’ultimo minuto, proprio come accadde quel giorno. La partita terminò con lo stesso risultato dell’andata: 0 a 0. Si andava ai tempi supplementari e, se da un lato mi dispiaceva di non riuscire a vedere l’esplosione del gol, dall’altro ero contento che quello spettacolo durasse il più possibile. Ai calci di rigore compresi che non ero l’unico al mondo ad avere bizzarri riti scaramantici e, quando Careca si avvicinò al dischetto e si alzò il coro: “Carè Carè Carè… tira la bomba tira la bomba…”, capii che in quel luogo ci sarei sicuramente tornato.

E ci tornai. Da allora sono stato tante volte a una partita di calcio in tante città diverse: Napoli, Roma, Milano, Piacenza, Copenaghen, Tallin, Rio de Janeiro… ma andare per la prima volta allo stadio e vedere Maradona fu come andare per la prima volta all’opera e ascoltare Mozart.


Mi innamorai del calcio come mi sarei poi innamorato delle donne: improvvisamente, inesplicabilmente, acriticamente. (3)

(1) Piccola Enciclopedia Calcistica.
(2) Lo stadio San Paolo si trova nelle vicinanze dell’ Edenlandia, il luna park di Napoli.

(3) Tratto da “Febbre a 90°” di N. Hornby


Introduzione

Questo blog nasce come un appendice, un inserto sportivo, una costola del PKK che, al contrario di quanto state pensando, non è il Partito dei Lavoratori del Kurdistan, ma un blog.

I motivi per cui questo il suddetto blog esista e si chiami come il Partito dei Lavoratori del Kurdistan li trovate la: http://picappacappa.blogspot.com

I post che parleranno del lato più o meno romantico dello sport, li trovate qua.